Ad appena una partita dal termine del girone d’andata (partita che peraltro vedrà il Buster ospitare al Coni il Grandi Valli dell’ex coach Michele Trevisani) e con il Natale ormai alle porte, è tempo di tirare le somme di questa prima metà di campionato, che ha visto la Promo Buster assestarsi chiudere l’anno solare 2016 al secondo posto in classifica a quota 10 vittorie e due sole sconfitte. E’ tempo quindi di dare ancora qualche voto ai nostri (anti)eroi della prima squadra, i quali, considerati i risultati fin qui positivi e l’aria natalizia a rendere tutti più buoni e caritatevoli, potrebbero addirittura meritarsi qualche voto un po’ meno stitico del solito. Ma magari anche no.

Quindi, in rigoroso ordine alfabetico più coach a chiudere, ecco le pagelle nella special edition natalizia!

Matteo Bordato: 7. Voto di fiducia per Teo “Grandpa” Bordato, il cui girone d’andata è stato spesso minato da svariati acciacchi, fastidi e forse pure da qualche cataratta. Dove non arriva il fisico, però, arriva certamente il fosforo, e si segnala come uno dei pochi a saper leggere il gioco come chiede incessantemente il povero coach Della Chiesa. INTELLETTUALE

Emanuele Campana: 7. Ecco, Manu con le letture invece talvolta è a suo agio più o meno come Cristiano Malgioglio ad una cena elegante di Arcore, e a volte pare ancora in fase di rodaggio al nuovo sistema di gioco. Poi però stacca la spina, accende la moto e “con una rapidità così, le letture possono accompagnare solo”; c’è da sperare che non deragli anche la sua Harley. BIKER

Giovanni Campolongo: 7.5. Finalmente non più imbrigliato dall’esecuzione piuttosto rigida degli schemi, il Campo può dare la sua personale versione di “lettura di gioco”, che è molto letterale: il gioco si chiama pallacanestro, quindi bisogna buttare la palla nel canestro e tutto il resto è noia. Ormai sta sull’arco più di Robert Horry nei playoffs del 2002, ma almeno tende a segnare con una frequenza quantomeno paragonabile, e allo stesso tempo l’ampliamento del tatuaggio al braccio ne ha automaticamente aumentato il tasso di brutte maniere in area. FUTURE BIRDMAN

Enrico Checchini: 7. Alti e bassi per il Muggsy Boggues di Dossobuono, che inizia l’anno nel ruolo chiave di stufetta per panchine per poi approfittare bene delle varie assenze e guadagnarsi minuti di qualità e di buona personalità. Se continua così il suo voto a fine anno è destinato a salire, soprattutto se dovesse deliziare la squadra con il brevettato risotto al tastasal del padre che gli garantirebbe automaticamente il titolo di MVP stagionale. ANTI MAROSTICA

Walter Contaldo: 6.5. Stagione fin qui un po’ ondivaga anche per Wally Wonka, che, stante anche la lunghezza del roster, non ha avuto sempre un minutaggio altissimo. Quando però è in campo è il solito trattore che ara l’area avversaria come un campo di patate, e a forza di insulti perché guardi di più i movimenti dei compagni ogni tanto si è visto persino qualche scarico: è questo il vero miracolo del Natale. ILLUMINATO

Luca Cordioli: 7.5. Buon rientro di Stanga dopo la lunga assenza per “tirocinio” in Toscana (da leggere come “tour enogastronomico”, a sua volta da leggere come “Chianti usato anche per fare la doccia”). Nonostante la presenza nelle vene di qualche traccia di sangue in mezzo al vino ed essere tornato in campo con l’invidiabile peso forma di 130 chili, il mai più azzeccato Cinghialone ha comunque lasciato subito il segno in una categoria in cui può potenzialmente dominare pure con la damigiana al posto della borraccia in panchina. E occhio che non se ne accorga e non finisca per portarla veramente. SOMMELIER

Filippo Dalla Tezza: 8. Piuttosto chiuso da un back court molto lungo per qualità e quantità, Pippo riesce comunque ad essere l’anima di questa squadra: sarebbe in palestra per l’allenamento pure se ci fosse l’uragano Katrina su Verona, si sbatte come ne andasse della propria vita, quando poi entra va pure a referto e porta le paste… What else? Ah, ha creato e gestisce anche il sito. Il Benda è avvisato. FACTOTUM

Federico De Rossi: 6.5. Anche lui limitato da un fastidioso infortunio alla caviglia, finora non è riuscito a trovare continuità, ma almeno è rientrato in tempo per bombardare come sempre la retìna delle Rosani: come per chi vince il derby di Roma, per il Dero la stagione è già più che positiva così. UOMO DERBY

Enrico De Vecchi: 6.5. Discorso simile a quello fatto con Walter, pur avendo ogni tanto qualche minuto in più: tanto fumo, tanto impegno, finora relativo arrosto. Quantomeno i dettami di coach Della Chiesa stanno iniziando a farlo giocare con la squadra, e le sue ormai mitologiche piroette sul perno concluse con tiro forzato fuori equilibrio sono fortunatamente sempre più rare. BIP BIP BALLERINA

Andrea Donisi: 6.5. Media tra l’eccellente avvio di stagione e l’ultima parte di andata, in cui in campo era efficace più o meno come Raduljica in difesa sul pick ‘n roll. La continuità non è mai stata la sua caratteristica migliore, e ha pure l’attenuante di esser stato spostato ormai stabilmente al prediletto ruolo di esterno: speriamo ritrovi la vecchia e mortifera mano al tiro quando più conta, nel frattempo non fategli condurre il pick ‘n roll. TIRATORE DI STRISCIA

Davide Filippini: 7.5. Spesso gioca forse con la seconda inserita, preservando come Lebron il fisico e le energie per la primavera. A questo livello però offensivamente rimane comunque il più delle volte una sorta di rebus incomprensibile come quello disegnato da un bambino per gli avversari. E occhio a quando ingranerà la terza… DIESEL

Marco Glucini: 7. Anche “Glusci” from Ancona city è da annoverare in questa prima parte dell’anno tra coloro spesso colpiti da acciacchi (un leitmotiv della squadra…), che ne hanno limitato le presenze e l’impatto nella Promo veronese. Quando c’è però si sente come un ghettoblaster per le strade della Mela nei ‘90, visto che è in grado di bilanciare il gioco come fossero reazioni chimiche. E lui ha un dottorato nel settore… WALTER WHITE

Ivan Righetti: 8. Il lupo perde il pelo (letteralmente) ma non il vizio, visto che Ivan il Terribile è tornato dopo un anno sabbatico ed è come se non avesse mai posato il pallone arancione neanche nelle ore di lavoro in carrozzeria. Purtroppo per lui è così in forma fisicamente che spesso deve adattarsi a fare il 4 tattico, ovviamente con sua infinita gioia. STRETCH FOUR

Ruben Scala: 7.5. Complici i vari impegni, agli allenamenti si vede più o meno come Carmen Sandiego, ma in fondo a che serve allenarsi se poi si gioca così: con fisico, esperienza e passaggi illuminanti dirige ancora la cabina di regia della squadra meglio di Spielberg. In fondo, parafrasando Iverson, “we’re NOT talking about practice”. THE ANSWER

Simone Selleri: 7.5. Molto responsabilizzato nonostante la giovane età, non è sempre lucidissimo nella costruzione del gioco ma rimedia tutto con la voglia e l’atletismo, che in difesa gli consentono di essere più Muro di Walter Samuel e in attacco di andare al ferro manco fosse un saldatore a tig. sta anche diventando più affidabile al tiro, e se trovasse continuità anche in questo aspetto l’unica soluzione sarebbe l’hack-a-Simo, peraltro probabilmente efficacissima visto il suo enorme feeling con la lunetta. BABY SHAQ

Federico Zamberlan: 6.5. Anche lui sta prendendo confidenza nella categoria dopo l’ottima stagione in prima divisione e non sempre ha trovato molto spazio, ma quando è entrato il suo contributo l’ha dato sempre: più in polemiche e in lamenti che in termini di gioco, che comunque è la specialità della casa. Quando protesta con quella Vibrissa, poi, risulta convincente come un operatore call center che parla a stento italiano. MUSTACCHIONE

Coach Nicola Della Chiesa: 7.5. Arriva al Buster con un concetto più rivoluzionario di Che Guevara: ok gli schemi, ma leggiamo come reagisce la difesa e lo schema stesso può cambiare di conseguenza. Encomiabile, tutto chiaro: prima azione, Walter riceve in area e tira contro tre avversari. C’è decisamente da lavorare… L’avvio risulta quindi un po’ complicato proprio per riuscire ad elaborare i nuovi concetti, ma il coach non demorde e i primi frutti, in termini di gioco prima ancora che di risultati comunque positivi, si cominciano ormai a intravvedere. Di questo passo, a fine anno faremo girare la palla come gli Warriors. Per poi farla finire sul muro o ben che vada sul primo ferro, ma questi sono dettagli. HASTA LA LETTURA SIEMPRE