Enrico Checchini: 5.5.. Al tiro e’ preciso piu’ o meno come un ubriaco in piedi sulla tazza del cesso, ma almeno porta un minimo di ordine e fosforo senza voler strafare e rischiare errori che gli varrebbero il puntuale e sacrosanto urlone di coach Della Chiesa. CONCRETO

Simone Selleri: 7. Va be, se Sellerino comincia pure a non sparare a salve da 3 e a segnare i liberi chiudiamo tutto. La prossima lo 0/10 da entrambe le distanze non e’ nemmeno quotato alla Snai, ma intanto godiamoci il momento magico. STEPH SELLERI

Ruben Scala: 5.5. Porta spesso a scuola senza grossi problemi avversari che iniziavano a tirare nel canestro regolare quando lui predicava gia’ basket in D, ma paga un po’ di ruggine delle ultime settimane in cui si e’ visto poco perdendo qualche pallone di troppo. Colpa anche dei compagni che non comprendono sempre le sue giocate visionarie. ILLUMINATO

Ivan Righetti: 7. Va be, mettere un Righetti in queste occasioni e’ come liberare uno squalo nella banca del sangue; si limita allo stretto indispensabile senza strafare, ma ogni volta che ha la palla in mano sono dolori per gli avversari. Bravo coach Della Chiesa a risparmiarlo vista la gara presto in ghiaccio. SKIN SHARK

Davide Filippini: 6.5. Parte fortissimo, complici anche lunghi avversari che arrivano a malapena ad annusare l’olezzo delle sue ascelle sudate, rimpiangendo dunque di non avere anche qualche centimetro in meno. Cala sulla distanza, risparmiandosi giustamente quando la gara e’ ormai indirizzata: fortunatamente ha ancora il fiato per piazzare la giocata decisiva con il tecnico che gli costera’ le paste. SPRINTER

Federico Zamberlan: 6.5. Segna quando deve segnare, si incazza quando non si deve incazzare, polemizza anche con la mosca che vola ronzando per il campo: altra giornata in ufficio per JR. JERRY POLEMICA

Andrea Donisi: 5.5. Continua il periodo non eccezionale di Pingu, cui Selleri sembra aver rubato il talento soprattutto dall’arco: lo spaesato Charles Barkley contro i ragazzini in Space Jam sembrava piu’ a suo agio di lui coi piedi sul perimetro. MONSTAR MANCATO

Enrico De Vecchi: 5.5. Entra in campo con la stessa mentalita’ di Bryant all’ultima gara della carriera: con l’idea cioe’ di tirare qualsiasi cosa transiti vagamente dalle sue zone. Ogni tanto piazza anche bei canestri, talvolta anche col fallo, spesso finisce in inutili forzature contro 5 avversari e pure qualche compagno ormai inviperito, con il Kevin McHale dei bei tempi che puo’ accompagnare solo. BLACK HOLE

Walter Contaldo: 6. Discorso simile a quello fatto per il DeVe, ma si sa che quando Wally riceve in area la vena si chiude ed e’ sfida personale tra lui e il canestro. Solita grinta comunque, quando poi nell’ultimo quarto giocano loro due da lunghi servirebbero piu’ palle che in un bowling. ICTUS MOMENTANEO

Emanuele Campana: 6. Partita inusuale per Manu, che tira una sola volta (andando a bersaglio) e spesso gioca piu’ con intelligenza che con istinto. Se le premesse sono queste, si prevede dunque un inverno da 30 gradi di minima. STRANGER THINGS

Giovanni Campolongo: 6. Con l’area chiusa dalla zona messa in campo(longo) dal Cerea per gran parte della gara, risulta impreciso nel pitturato, rifacendosi solamente con i rimbalzi e le ossa rotte agli avversari a suon di botte sotto canestro. Limita anche il tiro da fuori, e questo, dopo la gara tutta fosforo di Campana, u’ la prova finale dell’inverno tropicale che ci attende. SHARPSHOOTER MANCATO

Filippo Dalla Tezza: 10. Esordio, primi punti, scarpa lanciata a caso in panchina: game, set and match per Pippo, che potrebbe pensare di rilevare la Vicenzi vista la quantita’ industriale di paste che dovra’ portare. PASTICCIERE